Abbiamo soggiornato per 8 giorni a Castellabate (la cittadina in cui è stato girato il film benvenuti al Sud), in quanto è la città natale di uno dei colleghi che è stato mio compagno di avventure.
La sera in cui abbiamo visitato il sito archeologico in cui è situato il luogo di cui ho scelto di parlare nel blog era tardi e il sito archeologico che ospita il tempio di Nettuno, quello di Era e quello di Atena era pertanto chiuso. Ciò non mi ha impedito comunque di ammirare e scattare alcune foto all'architettura che mi ha affascinato sin dal primo momento: non avevo mai visto un tempio dal vivo ma ne avevo studiati vari sui libri di scuola, e nonostante ciò non mi aspettavo fosse così imponente.
Come gran parte delle architetture classiche e ogni edificio religioso, anche il tempio di Nettuno è associato al mito, inoltre facendo alcune ricerche ho scoperto che fin dall'antichità questo sito è considerato in molte opere di varia natura, partendo dalle citazioni di grandi autori (a partire da Virgilio che lo elogia nelle Georgiche), fino ad essere lo scenario principale di un libro e la scenografia di un film.
Ho immediatamente associato questa esperienza ad alcune cose, in particolare ho collegato il nome del luogo al pesto -condinìmento caratteristico della mia madre terra, la Liguria-, poi ho pensato al tridente del dio Poseidone -di cui parlerò in modo più approfondito-, e ho osservato capitelli dei templi -tutte le professoresse di storia dell'arte che ho avuto ne erano grandi fautrici-.
Durante il corso abbiamo approfondito il rapporto esistente tra soggetto e oggetto, analizzando "le cose che si toccano" nella loro interezza. Questo blog pertanto verte su un oggetto in particolare, che come anticipato prima è il tridente, del quale ci è stato chiesto di parlare in modo tutt'altro che superficiale: non ci siamo limitati ad analizzare le cose nella loro funzione, ma abbiamo considerato il loro ruolo come oggetti di design, come oggetti nello spazio e nel tempo, che influenzano la cultura e le persone che hanno a che fare con loro. Il rapporto soggetto-oggetto è sicuramente di natura personale, in quanto ogni individuo percepisce il mondo attraverso la propria esperienza, ma esistono delle caratteristiche di universalità intrinseche nelle cose, che accomunano le percezioni di persone distanti a livello geogafico e culturale.
Vi sono alcuni aspetti di carattere individuale nella percezione degli oggetti, quali l'utilizzo che ne viene fatto in luoghi che richiamano una certa intimità, come a casa, in cucina oppure quello che ci comunicano le varie forme d'arte tra cui la scultura, la musica, la letteratura. Tutte queste rappresentazioni condizionano la nostra percezione dell'oggetto in funzione della realtà esterna ad esso, diversificando gli usi e costumi delle popolazioni, che gli attribuiscono il proprio nome e lo personalizzano.
Cosa ha portato però il tridente, ad esempio, ad avere un determinato ruolo nel cinema, nei francobolli e nei fumetti, in espressioni che non cercano di interpretare la cosa ma si limitano a rappresentarla? Queste espressioni cioè sono già sottoposte alle influenze esterne: non è un caso che Aquaman utilizzi un tridente come arma, quest'oggetto è associato all'acqua per via del dio dei mari Poseidone.
Ai fini di trovare una risposta, ciò che incuriosisce è la causa prima che ha portato ad associare il tridente al potere divino, in particolare in due popolazioni che hanno avuto poche influenze l'uno sull'altro, come i greci e gli indiani. Entrambi hanno affidato a due tra le loro più importanti divinità, Shiva e Poseidone, il tridente. Quest'ultimo possiede una propria personalità, che è dettata dalla forma, dai materiali di cui è composto, dalla sua anatomia. Queste caratteristiche gli conferiscono quell'universalità che lo ha portato ad essere un simbolo, indipendentemente dal contesto, associato al potere e, a livello metafisico, alla trinità, dato il numero di rebbi.
Oltre alle riflessioni filosofiche, durante la scrittura del blog ho avuto tempo per lasciare spazio a rappresentazioni fantasiose, quali una evoluzione futura del tridente o un museo dedicato allo stesso, chissà magari con Jason Momoa come guida turistica.
Vi sono alcuni aspetti di carattere individuale nella percezione degli oggetti, quali l'utilizzo che ne viene fatto in luoghi che richiamano una certa intimità, come a casa, in cucina oppure quello che ci comunicano le varie forme d'arte tra cui la scultura, la musica, la letteratura. Tutte queste rappresentazioni condizionano la nostra percezione dell'oggetto in funzione della realtà esterna ad esso, diversificando gli usi e costumi delle popolazioni, che gli attribuiscono il proprio nome e lo personalizzano.
Cosa ha portato però il tridente, ad esempio, ad avere un determinato ruolo nel cinema, nei francobolli e nei fumetti, in espressioni che non cercano di interpretare la cosa ma si limitano a rappresentarla? Queste espressioni cioè sono già sottoposte alle influenze esterne: non è un caso che Aquaman utilizzi un tridente come arma, quest'oggetto è associato all'acqua per via del dio dei mari Poseidone.
Ai fini di trovare una risposta, ciò che incuriosisce è la causa prima che ha portato ad associare il tridente al potere divino, in particolare in due popolazioni che hanno avuto poche influenze l'uno sull'altro, come i greci e gli indiani. Entrambi hanno affidato a due tra le loro più importanti divinità, Shiva e Poseidone, il tridente. Quest'ultimo possiede una propria personalità, che è dettata dalla forma, dai materiali di cui è composto, dalla sua anatomia. Queste caratteristiche gli conferiscono quell'universalità che lo ha portato ad essere un simbolo, indipendentemente dal contesto, associato al potere e, a livello metafisico, alla trinità, dato il numero di rebbi.
Oltre alle riflessioni filosofiche, durante la scrittura del blog ho avuto tempo per lasciare spazio a rappresentazioni fantasiose, quali una evoluzione futura del tridente o un museo dedicato allo stesso, chissà magari con Jason Momoa come guida turistica.